Il punto debole del Cavaliere

Nei mesi passati, Berlusconi o i suoi portavoce di turno hanno più volte accusato il PD di farsi condizionare dalla visione “giustizialista” di Di Pietro, anzi di essere completamente succube della linea politica dell’Italia dei Valori. Siccome non mi è mai sembrato che il PD fosse asservito alle idee di Di Pietro, mi domandavo quale fosse lo scopo di tanta insistenza su una tesi priva di fondamento.
Ora Berlusconi - chiedendo al PD di rompere con l’Italia dei Valori come condizione per una collaborazione - ha scoperto finalmente il suo gioco: isolare completamente Di Pietro, renderlo inoffensivo. Bene ha fatto il PD a rifiutare. Del resto, non poteva fare altrimenti. Non è certo la maggioranza che può stabilire le alleanze tra le forze di opposizione.
Questa attenzione ossessiva da parte di Berlusconi per Di Pietro merita però una riflessione. Personalmente non nutro particolare simpatia per Di Pietro, come non approvo certe sue iniziative. E’ evidente però che il Cavaliere lo teme, teme le sue prese di posizione, le sue uscite, che riportano l’attenzione dei cittadini su questioni mai risolte: i problemi di Berlusconi con la giustizia e il conflitto di interessi.
A dispetto dell’atteggiamento di noncuranza con cui vengono liquidati dalla maggioranza i richiami a tali questioni, esse rappresentano a tutt’oggi una grave macchia per la credibilità pubblica del Cavaliere, e l’interessato lo sa benissimo…
Noi invece sappiamo - e dobbiamo tenerlo sempre presente - che finché dette questioni non verranno risolte, finché avremo come capo del governo una persona oggetto di indagini della magistratura e proprietario del maggior gruppo televisivo privato. l’Italia non potrà essere un Paese normale.
Il Cannocchiale