La ricetta di Berlusconi: un falso clamoroso
Nel programma elettorale di Berlusconi troviamo l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, la riduzione dell’IRPEF per lavoratori e pensionati e una consistente detassazione per le imprese. Sono inoltre previste grandi opere, come la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, la TAV e il rilancio del nucleare con la costruzione di alcune centrali.
E’ stato calcolato che il costo di tale programma non sia inferiore ai 60-70 miliardi di euro. Dove troverà il Cavaliere le risorse necessarie per attuarlo?
La sua ricetta è incredibilmente semplice: l’abbassamento delle tasse avrà come effetto quello di rilanciare i consumi, alimentando così la produzione interna, in un circolo economico virtuoso che porterà anche a un notevole incremento delle entrate tributarie.
Mi meraviglia che dal versante del PD non ci sia nessuno in grado di smascherare la totale implausibilità di una simile soluzione e il suo alto contenuto demagogico.
L’abbassamento del livello di tassazione può, sì, produrre un incremento dei consumi (specie se privilegia i redditi più bassi), ma questo incremento è sempre nettamente inferiore a quello che sarebbe necessario per compensare la diminuita percentuale del prelievo fiscale. Se così non fosse, ogni volta che si apre un buco di bilancio, basterebbe ridurre opportunamente la pressione fiscale, per ritornare in pareggio.
Questa, tuttavia è esattamente la soluzione che Berlusconi va predicando da mesi, senza che nessuno sollevi dei dubbi sulla sua efficacia, senza che qualcuno trovi nulla da ridire. Berlusconi, del resto, non sostiene soltanto che la riduzione delle tasse provocherà un aumento dei consumi capace di compensare le minori entrate percentuali, ma anche che tale aumento renderà disponibili risorse aggiuntive per realizzare le grandi opere di cui l’Italia ha bisogno.
Berlusconi ha affermato, con un gesto plateale, di grande effetto, strappando un foglio di carta e gettandoselo alle spalle (TG1 delle 13.30 e TG5 delle 20.00 di sabato 8 marzo), che il programma del PD è "carta straccia". Veltroni appare in affanno, mostra di voler ignorare gli attacchi del PdL, continua a illustrare (ma con convinzione decrescente) le cose che farà se vincerà le elezioni. Parlare del programma è essenziale, ma mostrare l’irrealizzabilità delle proposte degli avversari è altrettanto importante.
E’ ora di passare al contrattacco in maniera decisa. E’ ora di mostrare che la soluzione proposta da Berlusconi è un falso clamoroso: non si incrementa il volume complessivo delle entrate fiscali riducendo la percentuale del prelievo. Si tratta di un inganno così evidente, che non credo sia difficile renderlo comprensibile a tutti gli elettori dotati di un minimo di senso critico, in maniera che si rendano conto fino a che punto il programma del “grande imbonitore” sia privo di fondamenti e quindi irrealizzabile.
E’ necessario smascherare l’imbroglio al più presto, compiendo un grande sforzo di pubblicizzazione, di chiarificazione, promuovendo dibattiti pubblici sull’argomento, facendo intervenire economisti di fama. Investire i mezzi di informazione a tutti i livelli.
Siccome stiamo parlando di una elementare legge economica, dimostrabile con fatti (magari sulla base di esperienze già compiute in altri Paesi), sarà molto difficile per il Cavaliere trovare contro-argomenti per difendere la propria proposta: si troverà così completamente spiazzato e la sua credibilità subirà un duro colpo.
Se Berlusconi andasse al potere, è facile immaginare cosa accadrebbe. Inizialmente verrebbe fuori che la gestione del centrosinistra non ha lasciato un “tesoretto”, ma un consistente buco di bilancio. Nei mesi successivi, man mano che le manovre dimostrerebbero l’incapacità di pervenire ai risultati dichiarati, si chiamerebbe in causa la difficile situazione economica internazionale per giustificare il ricorso ai soliti “condoni”. Ci ritroveremmo, fra qualche anno con un disavanzo pubblico notevolmente accresciuto, che toccherà poi ai cittadini ripianare…