Esiste un'alternativa all'"alternativa del Partito Democratico"?
Nonostante la mia profonda insoddisfazione sull’operato degli attuali dirigenti del PD, per la loro inerzia, per la loro evidente incapacità di formulare un progetto politico di largo respiro, rimango convinto che il PD rimanga l’unica alternativa all’attuale governo delle destre. Non certo il PD come si presenta oggi ai suoi potenziali elettori, ma un PD profondamente rinnovato al suo interno, con idee ben chiare di ciò che serve al nostro Paese e sulle strategie da adottare per ottenerlo. Un PD con un programma ben definito, facilmente comprensibile ai cittadini e ovviamente credibile, in special modo sotto il profilo della sostenibilità economica.
Quello che ho in mente è una grande coalizione che, avendo come fulcro il PD, preveda la partecipazione (o l’appoggio esterno) di altre forze politiche come l’IDV, i radicali, l’ultrasinisitra insieme ai verdi ed, eventualmente, anche l’UDC. Con quest’ultimo è possibile raggiungere un accordo di programma, non demagogico, ma che guardi ai bisogni reali dei cittadini, ponendo come uno dei centri dell’azione di governo la questione della famiglia (coefficiente familiare, sostegno alle famiglie meno abbienti o molto numerose, maggiori risorse per asili nido, ecc.). In cambio, si potrebbe avere una maggiore disponibilità a concessioni sulla tassazione delle rendite finanziarie e su eventuali ritocchi verso l’alto delle aliquote sui redditi più alti, temi sui quali l’UDC si è sempre mostrato contrario.
Affinché un simile scenario si realizzi è però necessario che le forze dell’attuale opposizione riescano a convincere gli elettori di essere in grado di imprimere una vera svolta al modo di governare di questo Paese: devono dare segnali inequivocabili che un loro eventuale governo non sarebbe un “governicchio” che naviga a vista, giorno per giorno, senza avere come riferimento un grande progetto da realizzare. Questa concezione di un’alternativa possibile mi fa considerare sciocco, e anzi autolesionista, votare IDV o radicale, o peggio non votare affatto, come mi hanno confidato certi miei conoscenti profondamente delusi del comportamento inconcludente del PD degli ultimi tempi.
Nessun altro partito dell’attuale schieramento di centro-sinistra può svolgere il ruolo di polo aggregatore e di timone per le azioni da intraprendere: non l’IDV, che raccoglie consensi grazie a uno sterile anti-berlusconismo e alla demagogia del suo leader, ma che si dimostra profondamente impreparato sui grandi problemi del Paese; non i radicali, concentrati su temi ristretti, sia pur condivisibili, ma incapaci di quello “sguardo d’insieme” a cui deve essere improntata una qualsiasi azione di governo. Degli altri partiti, non parlo neppure.
I delusi, gli sfiduciati, i “pentiti della sinistra” che votano Lega, sbagliano nel credere che un voto non dato al PD per protesta possa migliorare l’attuale situazione. Credo invece che la corretta “strategia dell’elettore” consista nel sostenere il PD con il voto, senza nello stesso tempo risparmiargli critiche e suggerimenti, spronandolo in tutti modi possibili affinché modifichi il suo comportamento. Se i dirigenti fossero incalzati da vicino a ogni occasione, anche dagli attivisti più fedeli al partito, si renderebbero conto che è venuto il momento di darsi da fare in modo serio.
E se nemmeno questo fosse sufficiente per far capire loro che è tempo di cambiare, be’, forse allora bisognerà cominciare a pensare a un massiccio ricambio di questa classe dirigente...